Benvenuto/a,
piacere di conoscerti, mi chiamo Raffaello e se sei approdato in questa “camera oscura” è perché, molto probabilmente, abbiamo un denominatore in comune che è quello della fotografia.
Che serenità che mi trasmette la macchina fotografica… eppure se ci pensi è un oggetto inanimato; ma quante emozioni e sensazioni di stupore può regalare! Sfiorare il tasto e sentire il click dell’otturatore che immortala un momento, un attimo, un frammento di secondo che rimarrà impresso in eterno.

Da bambino restavo affascinato quando mio padre, durante le vacanze, estraeva dalla sua borsa in pelle il suo gioiello, un Olympus e, con una gestualità sacrale, procedeva al rituale dell’installazione del rullino, oggi oggetto di culto tra i nostalgici, ma un tempo una parte essenziale; il cilindro nero dal tappo grigio, immancabilmente, finiva nelle mani di noi bambini con qualche spicciolo al suo interno, forse, per depistare l’attenzione da quel prezioso strumento, ma invano… lo sguardo restava fermo verso la macchina ed i movimenti precisi e sicuri di mio padre. CLICK! Ed eccole lì, ben conservate a volte dentro contenitori di latta, a volte dentro delle valigette, gli scatti di una vita vissuta, ricordi di un millisecondo, i più belli mai realizzati: mia madre, mio fratello, io, un fiore, un gatto sornione, il vecchio che risale dalla campagna col suo mulo, fino al pettirosso sul ramo del mandorlo… da qui, il gioco è fatto! La fotografia per me è uno stato d’animo e, come tale, io lo assecondo! Se il mio cuore si appaga guardando un paesaggio lo fa altresì guardando la maestosità di un animale immerso nella natura. E’ anche vero che spesso avrei voglia di gridare ciò che è sbagliato o raccontare ciò che è buono e allora l’obiettivo si posa su un oggetto o su un’azione. Quanta emozione sfogliare quelle foto, quanta anima, quanto cuore, quante idee… in fin dei conti, questa vorrebbe essere la mia fotografia e spero che anche i miei scatti riescano a trasmettere il valore dell’anima.
Raffaello