Quanto vale Gerusalemme?

Salah-al Din si ferma, si gira verso Baliano e gli risponde: Niente! Quindi Salah-al Din riprende a camminare verso il proprio esercito. Dopo pochi passi si gira verso Baliano e- portando i pugni verso il petto- aggiunge con un sorriso: Tutto!  (Ridley Scott)

Questo quesito che pone fine, almeno in epoca antica, alle dispute per la Città Santa, si presenta, a chi ha la fortuna di poter visitare Gerusalemme e l’intera regione, in tutta la sua forza e attualità. Il territorio che oggi comprende diversi stati, tra cui i più importanti sono quello di Israele e la Palestina, ha un valore inestimabile per l’intera umanità.

cupola della roccia - gerusalemme
Arco del Muristan

 Qui si sono avvicendate le civiltà più importanti da quella ebraica a quella romana, fino ad arrivare alla civiltà araba e a quella cristiana. Questa straordinaria storia fa si che questa grande area mediorientale debba essere salvaguardata da qualsivoglia tipo di ingerenza e sopraffazione, sebbene gli equilibri politicointernazionali siano tutt’altro che saldi. 

Per comprendere, almeno in parte, la grandezza e la magnificenza delle terre sopracitate, un esempio è rappresentato dalla città di Gerusalemme, porta d’entrata verso l’entroterra mediorientale e per secoli cerniera tra Europa e Oriente. Chi vi posa i suoi passi capisce subito di trovarsi in un crocevia tra civiltà e mondi  fantastici, opulenti di cultura e di storia. Per chi proviene dall’Europa e dai paesi che, per comodità e convenzione, sono definiti occidentali, Gerusalemme è il momento esatto in cui la percezione del mondo entra in una dimensione “sconosciuta” definibile già in odore di medio oriente. Le sue antiche mura di cinta, le porte d’ingresso, oggi simbolo, insieme ad altre mirabolanti opere architettoniche, sono il primo grande ostacolo intellettuale che chiunque entri all’interno della città deve affrontare. Queste portano con se la conoscenza degli assedi e delle battaglie militari che hanno martoriato la città, degli epici scontri tra Cristiani e Musulmani e in epoca ancor più remota tra Ebrei, Babilonesi e Romani. Le mura di cinta sono la spina dorsale della città che custodisce al suo interno piccoli centri fortificati, come nel caso della Cittadella di Davide

 

Fuori le mura
cittadella di Davide

Una volta entrati da una delle antiche porte, come poteva accadere mille anni fa, la città si apre in tutto il suo splendore e in tutta la sua complessità. Ci si lascia alle spalle i canoni romani delle piante stradali, per districarsi tra mille viottoli,  tutti uguali tra loro, nel frastuono moderno di una città meta di pellegrini, curiosi e visitatori, provenienti da ogni parte del mondo, che in qualche modo richiamano la caoticità che poteva caratterizzare un crocevia commerciale dei tempi più antichi.

Odori di spezie, unguenti e incensi contribuiscono ad una vera e propria estasi dell’intelletto. Nuove esperienze travolgono il viandante e passano velocemente da un senso ad un altro. Anche la mente più razionale perde la propria capacità critica e si lascia spintonare,trascinare e circuire da tutto ciò che la circonda, fino a che non si arriva a prendere confidenza con questo turbinio e pian piano, anzichè essere trascinati, vi si inizia a danzare nel mezzo percependone, quelle che sono, le musiche e le battute. Ad ogni svolta e ad ogni angolo c’è un nuovo-antico, c’è un ignoto-conosciuto. La Razionalità in questi luoghi è, forse, il dono più bello che una persona possa avere perché, nel momento in cui l’intelletto si trova al cospetto della Cupola della Roccia, così come per il Santo Sepolcro, il Muristan e il Muro del Pianto, resta nuovamente inebetito. Questo stato “catalettico”, di incapacità critica, è forse indispensabile per potersi svincolare da schemi e postulati. Quando si esce da Gerusalemme, quando si parte dopo aver preso coscienza delle realtà che caratterizza questa città unica al mondo, si capisce che questa è custode di gran parte delle culture del mondo. Forse proprio per questo motivo, tutti i tentativi di conquista sono risultati vani nonostante fossero stati impiantati da grandi civiltà e da grandi condottieri. Questa “rara perla” non si è mai concessa al dominio dell’uomo, assurgendo ad un ruolo ben preciso, quello di avamposto di integrazione e di tolleranza.

suk israele

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