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St. Giles'Cathedral

Tormentata da conflitti interni, religiosi e politici, ambita dalla più potente e ricca Inghilterra, per 400 anni, la Scozia è stata di volta in volta punita e corteggiata quale alleato nelle lotte di potere tra Inghilterra, Francia e Spagna. Ha conosciuto epoche di miseria e gloria, acquisendo fascino dalle sue tragedie, dando i natali a personaggi illustri, dimostrando uno spirito indomito. Se oggigiorno si volesse descrivere il popolo scozzese, nella sua interezza di spirito, calzerebbe a pennello una definizione del 1500,
…“Trascorrono tutto il loro tempo in guerra e, in assenza di guerre, si combattono l’un l’altro”… 

Appare ovvio che, fortunatamente per tutti, al giorno d’oggi, non vi siano vere guerre che interessano la regione scozzese e quelle limitrofe, ma è altrettanto vero che il carattere della popolazione è sempre battagliero come quello di un tempo, soprattutto quando ci si trova dinanzi a decisioni mal digerite (come nel caso della Brexit e del Referendum per l’uscita dal Regno Unito). La Scozia è un “piacere”, una meraviglia storicoantropologica che, assieme all’Irlanda, ci è stata consegnata in comodato d’uso per capire bene alcuni valori che oggigiorno sono oramai tramontati, per lasciare il passo all’imbecillità e all’ottusità dei comportamenti, delle argomentazioni e delle idee della società del 2000 d.c. 

edimburgo castello
St. Giles'Cathedral

All’indomani della lenta caduta dell’impero romano, che ha lasciato in eredità a questa magnifica terra il vallo di Adriano, di cui ancora è possibile visionare i resti, le tribù che abitavano la “Caledonia” ovvero i Pitti, (popolo dipinto), i Britanni, gli Angli e gli Scoti (di origine irlandese) si vennero pian piano unificando, grazie all’opera di diversi missionari come San Niniano e Colombano. Questi, attraverso il canale religioso operarono una prima unificazione delle popolazioni. Il processo proseguì attraverso l’influenza della cultura Inglese, con matrimoni che portarono ad un avvicinamento politico-istituzionale alla più vicina Inghilterra e con l’introduzione del sistema feudale ad opera di Davide I

Questo avvicinamento dinastico portò con sè delle conseguenze che ebbero ripercussioni anche gravi, e che ancora oggi, sono avvertite dal punto di vista della convivenza in seno al Regno Unito. Infatti, profittando della vacanza del trono Scozzese, Edoardo I (d’Inghilterra) invase il paese trafugando la c.d. Pietra del destino opprimendo, così, un popolo ancora fragile. Bisognerà attendere personaggi epici come William Wallace e Robert Bruce, (battaglia di Bannockburn), affinché la Scozia torni ad essere indipendente, per poi essere nuovamente sconfitta a Flodden, essere guidata da Maria Stuart in un periodo di forte contrapposizione con l’Inghilterra, (al cui trono sedeva Elisabetta I, sua sorellastra).

castello di Eilean Donan

La morte di Maria la Sanguinaria portò all’unione delle due corone, con Giacomo VI di Scozia, che divenne Giacomo I d’Inghilterra. L’erede di quest’ultimo, Giacomo VII, venne destituito poiché minacciava la stabilità politica e ciò portò ad un evento storicamente noto, quello del Principe Bonnie Charlie (nipote di Giacomo VII). Questi tentò la riunificazione del popolo scozzese sotto la sua guida, ma l’impresa terminò con la disfatta di Culloden e l’abolizione da parte della corona Inglese di ogni simbolo – richiamo all’identità nazionale, come il Tartan e la Cornamusa. Forte della sua storia, delle sue tradizioni, dei suoi costumi e del suo folclore, la Scozia e gli Scozzesi sono un’identità riconoscibile in tutto il mondo, sebbene inglobata all’interno di un contesto più ampio. Una terra e un popolo ricco di contrasti dall’atmosfera magica, da ammirare avvolta nella nebbia o maestosamente riflessa nelle acque dei suoi laghi primitivi.

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